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Innovation Communities: la nuova filosofia Enel dell’Open Power






Aprire il mondo dell’energia alle innovazioni e alla ricerca, questo e l’obiettivo del nuovo modello Enel

(Rinnovabili.it) – Tecnologia, ambiente, digitalizzazione e responsabilità sociale. Sono questi i quattro pilastri portanti dell’innovazione, la grande sfida per le imprese di tutto il mondo. La base su cui poggiano è la rete, vale a dire la capacità di contaminare tra di loro diverse realtà e punti di vista, superando le distanze e guardando alle differenze come concrete risorse.

È questa la filosofia che sta dietro le Innovation Communities di Enel, dieci comunità ognuna delle quali dedicata ad un campo cruciale dell’innovazione: dall’intelligenza artificiale alla robotica, dal blockchain allo storage energy. Una rete di persone aperta, priva di gerarchie e del tutto volontaria, pronta ad accogliere idee innovative all’avanguardia e nuove opportunità d’impresa da qualunque parte esse provengano, purché rispondano a tre condizioni: creatività, condivisione e sinergia.

L’obiettivo delle Innovation Communities, infatti, è promuovere le buone pratiche dell’innovazione tecnologica. In primo luogo, riuscire a fiutare e riconoscere le tecnologie emergenti, immaginando dei modelli d’impresa e valutando il loro l’impatto. In seconda battuta, condividere e disseminare le esperienze migliori, diffondendo i risultati e le competenze. Infine, implementare queste tecnologie emergenti ragionano su possibili applicazioni inedite, nuovi ambiti in cui ciascuna delle innovazioni possa davvero fare la differenza. Ma, più di ogni altra cosa, l’obiettivo delle Innovation Communities è rafforzare il circolo virtuoso da cui nascono, consolidando le collaborazioni trasversali e ampliando la rete.

Oggi, le Innovation Communities contano circa 200 persone tra i dipendenti Enel, ognuno proveniente da diversi settori e diversi paesi (tra cui Italia, Stati Uniti, Spagna e America Latina). I collanti che tengono insieme questa comunità sono due, diversità e inclusione, ispirandosi apertamente al lavoro del creatore della comunicazione nonviolenta, Marshall Rosenberg, secondo cui le parole possono essere muri, ma anche finestre, simbolo di scambio, di apertura, di aria nuova e fresca e, quindi, di ascolto e dialogo.

La rivoluzione dell’Open Power

Per Enel, tutto questo si sintetizza in una sola espressione, Open Power, un modello d’impresa (ma prima ancora di comunicazione) il cui scopo è coltivare le energie e le potenzialità delle persone – a prescindere dal genere, dall’età, dalle competenze e dalla provenienza – per trovare, nella condivisione, delle nuove soluzioni. Solo da questo approccio, che nasce per promuovere lo scambio di informazioni, di conoscenze e di esperienze, può emergere l’innovazione.

Ma la filosofia Open Power di Enel non rimane chiusa all’interno dei confini dell’azienda. Piuttosto, cerca di coinvolgere il più possibile clienti, partner e stakeholders, seguendo tre principi-guida: aprire l’accesso all’energia a più persone, soprattutto in un momento storico in cui la sicurezza energetica è messa a dura prova dai cambiamenti climatici; aprire il mondo dell’energia alle innovazioni, per garantire la sostenibilità delle nuove soluzioni tecnologiche; aprire la gestione dell’energia alle persone, in un’ottica di energy sharing e digitalizzazione, nel tentativo di guidare la transizione energetica, piuttosto che subirla.

Per Enel, dunque, Open Power significa passare da una logica aziendale tradizionale, basata sul rapporto gerarchico e verticale fornitore/cliente, per approdare ad un approccio orizzontale e multidimensionale, in cui le persone, come i nodi di una rete, possono contribuire attivamente al miglioramento dei servizi. Affinché tutto questo non rimanga una semplice visione, ma diventi una realtà, bisogna puntare su un ingrediente fondamentale: la ricerca. Ed è per questo che nascono le Innovation Communities, ciascuna delle quali dedicata ad uno specifico campo di innovazione.

Energy storage Community

Tra le 10 communities di Enel, la Energy Storage Community conta ad aggi 72 membri operanti in cinque diversi paesi del mondo con progetti tanto a livello di Business Development quanto di Innovation. La struttura trasversale rappresenta il vero punto di forza della Community. Pur non essendo definito alcun ruolo gerarchico, è in grado di condensare tutto il sapere del Gruppo Enel in questo ambito in un unico organismo comunitario.

In questo campo rientrano collaborazioni dedicate a servizi di rete innovativi forniti attraverso l’utilizzo integrato di sistemi di accumulo e rinnovabili.

Uno di questo è Flow Battery Baleares DEMO, che nasce proprio dall’esigenza di garantire il cosiddetto time shifting, ossia lo stoccaggio dell’energia rinnovabile generata in eccesso e il suo sfruttamento in un differente momento della giornata. Il progetto in questione si concentra sull’uso delle batterie di flusso con chimica al Vanadio da 1.1 MW / 5.3 MWh, accoppiata ad un impianto solare 3.4 MWp. L’istallazione, realizzata nell’isola di Maiorca, in Spagna, verrà utilizzata per accumulare l’energia prodotta dal fotovoltaico nelle ore centrali della giornata, per rilasciarla in quelle notturne (“energy shifting” di 5 ore). La batteria verrà utilizzata anche per ridurre il “curtailment” di solare e ridurre gli sbilanciamenti.

Un’altra collaborazione trasversale è rappresentata dal progetto BESS Ventotene, iniziativa che punta ai benefici dei sistemi di accumulo nelle isole minori non connesse alla rete nazionale e dotate di impianti rinnovabili. Nell’isola tirrena Enel ha installato una batteria agli ioni di litio grazie alla quale è stato possibile ridurre i consumi di gasolio, spegnendo tutti i generatori diesel nelle ore di basso carico e affidando all’energia stoccata il compito di alimentare i carichi e di controllare frequenza e tensione di rete. In questo modo, diminuiscono le emissioni di inquinanti di CO2, migliorando nel contempo le prestazioni della “hosting capacity” (vale a dire la possibilità di sfruttare in modo efficace energia rinnovabile non programmabile), riducendo i costi di manutenzione e prolungando anche la vita utile dei generatori tradizionali.

In questo settore Enel concentra le sue attività anche su progetti che prevedono lo sviluppo di software predittivi per la modellazione, e quindi il miglioramento delle performance delle batterie e su soluzioni innovative di sistemi di accumulo destinati principalmente a supportare stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Ma tra le attività da sviluppare, c’è anche quella di primaria importanza riguardante il fine vita delle batterie. Per questa ragione, la Innovation Community darà vita ad attività di scouting tecnologico, principalmente rivolte a nuove tecnologie a basso costo.

Additive Manufacturing Community

L’additive manufacturing (produzione additiva) è un processo di produzione computerizzato utilizzato per produrre un prodotto a partire da un modello digitale. Considerata la tecnologia del futuro per produrre, migliorare e riparare un prodotto (soprattutto perché consente di abbattere i tempi di produzione o riparazione, garantendo una maggiore affidabilità), l’additive manufacturing consiste nell’aggiungere materiale fino ad arrivare al prodotto finito, a differenza del metodo sottrattivo che parte da un blocco di materiale e procede alla rimozione del “superfluo”. Proprio per questa ragione, l’AM è preferibile alla SM, poiché garantisce che i vari prodotti raggiungano un maggiore livello di complessità

Gli ambiti di applicazione dell’additive manufacturing sono soprattutto l’industria aerospaziale, quella medica, l’automotive e, per l’appunto, il settore energetico, specialmente in riferimento ai sistemi di produzione e riparazione delle componenti energetiche e degli impianti. Attualmente, l’Innovation Community sull’Additive Manufacturing sta lavorando per rendere Enel un centro di eccellenza in questo settore. La strategia si basa principalmente su attività di scouting, concentrate soprattutto nell’individuare buone pratiche di riparazione e rigenerazione, piuttosto che di effettiva produzione.

Tra i progetti, di particolare importanza è l’installazione avvenuta ad Aprile 2019 ad opera di Global Thermal Generation, della stampante 3D per metalli presso i locali della centrale di Santa Barbara: si tratta di una macchina DED (Direct Energy Deposition) a 7 assi e in grado di gestire volumi fino a 1m3, scelta sopo un attento lavoro di scouting e customizzazione con il produttore. La macchina al momento è utilizzata principalmente per la caratterizzazione di processi e materiali per Additive Manufacturing.

Nell’ottica della collaborazione trasversale il gruppo di EGP HYDRO, osi è impegnato nel processo di digitalizzazione, accelerazione e ottimizzazione delle fasi di manutenzione e riparazione delle turbine idroelettriche dell’impianto di Terni. Il progetto, nato in collaborazione tra Hydro Innovation e Hydro Italy- HCM / ETS Terni Workshops, consiste nell’istallazione di due diversi tipi di scanner 3D a Terni, oggi in uso per effettuare i processi di reverse engineering e validazione dei processi di additive manufacturing in termini di funzionalità, vantaggi rispetto alla riparazione tradizionale e anche in termini di costi per le riparazioni delle componenti meccaniche dell’impianto.

Ad oggi, la più grande sfida che questa tecnologia deve superare riguarda, soprattutto, la definizione di un sistema di qualità dei prodotti finiti. Per l’Innovation Community di Enel questo significa definire delle “ricette di produzione” e dei precisi parametri basati soprattutto sul comportamento dei materiali, che cambia inevitabilmente rispetto alle tecniche tradizionali di produzione. In questo senso si colloca il lavoro del gruppo di EGP GEO che è impegnato nella caratterizzazione meccanica e test di corrosività e resistenza nei processi di costruzione di additive manufarcturing.

Il gruppo Enel si sta concentrando in questa fase principalmente sullo sviluppo di sempre maggiori competenze nel settore, facendo leva sulle eccellenze e sulla valorizzazione della condivisione della conoscenza e degli obiettivi comuni tramite le attività della commun

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